1. Anemone di mare
2. Anima nel deserto
3. Apice
4. Briciole di cristallo
5. Cade una stella
6. Ci sono giorni
7. Con i tuoi occhi
8. Coriandoli rosa
9. E' deserto il cielo
10. Fiumi di lava
11. Fly kind of butterfly
12. Foglie e figli e figlie
13. Grande come un pugno
14. Ho sognato di essere divorata
15. Il batacchio
16. Il bivio
17. Il gambero
18. In mezzo ai coralli
19. Il poeta
20. Il viaggio
21. La viandante cherubica
22. La zona giorno
23. L' aperitivo
24. L' ultima lacrima
25. L'uditore
26. Nena
27. Nero di pece
28. Non mendico te
29. Non sopporto le poesie d' amore
30. Nuota nel mio cuore
31. Oceano lacrima
32. Odore di vita
33. Palingenesi
34. Parole d' amore
35. Per me
36. Piccolo gioiello mai sfiorato
37. Qual3 mondo
38. Rara vampa
39. Ritrovarsi
40. Nella nebbia
41. Semi di fagiolo
42. Senza rotta
43. Solo un altro giorno
44. Stelle cadenti guerce
45. Tracce
46. Tua per sempre
47. Umide carezze
48. Un amore perfetto
49. Una scia di luce
50. Verso l'orizzonte

 


Anemone di mare

 

Ti proteggerò - mio paguro
se mi farai salire sul tuo destriero
e mi accompagnerai in mari pescosi
affinché con i miei tentacoli possa
nutrire tutti e due
e non pensare a nulla, riposa
oggi né cristalli, né perle
e neanche valigie o inferriate di corallo
oggi un soffice cuscino - il mio grembo di seta
e una spazzola delicata -le mie mani,
ad accarezzare i tuoi pensieri,
che saranno più lievi.

 

 


Anima nel deserto

 

Ti prendo e ti porto via
Ti stringo e ti porto lontano
scisso in te, da te
dilatandoci nell'alto

Scruteremo verso il fondo
Ti vedrai scoprendo il bello
dell' essenza - tua
in un deserto di anime

Ti lascerò andare
quando sarai pronto
e se vorrai tornare
basterà il profumo dell'aria

sapone di marsiglia e gelsomino

 

 

Apice


Parole scritte con il fondo delle lacrime,
quando il dolore è così forte
che si può solo superarlo.

Momento incantato raffinare il sé.

Prendere ieri e sistemarlo con cura
riporlo piegato in un cassetto
odoroso di fiori di lavanda.

E non tornarci più, e non tornarci più

Finché non sian riempiti occhi e cuore
e tutti i pensieri ad uno ad uno
di rare grandezze della vita

dei fatti quotidiani dell' esistenza

 

 

Briciole di cristallo

 

Era un mago o un profeta.
Salì in vetta alla montagna
e seminò nel burrone briciole
di cristallo, come fossero grano.
Mi disse: guarda,
ciò che sembrava un dirupo,
ora è un sentiero.
Sarai tu a rischiararlo, riflettendo
la tua luce sui miei cristalli,
dolce astro sbadato. Non dimenticare
che sei una stella, e che porti con te
calore e luce. E vita.
Fu così che mi misi in viaggio.

 


Cade una stella

 

Abbiamo mangiato pane
e bevuto vino
Siamo stati benedetti
con una pioggia di lacrime di cristallo
Siamo saliti sui tetti
e ci siamo crocefissi alle antenne
Siamo stati investiti dalle onde
nell' attesa di sentire le voci
dei messaggeri celesti
Angeli mutilati vennero a noi
con occhi grondanti sangue
e il cuore spugnoso
intriso di sudore
con il sale che bruciava
e il sole spento
sbriciolato in carbone
Arrivò un bambino
con la bocca aperta
e i denti da pescecane
Biascicava con voce roca
"hòsete - hòsete"
Volò a noi un'anima greca
"nascondetevi"
e nella mano ferma
teneva pronto il pugnale
Disse alla piccola:
esprimi un desiderio,
guarda, cade una stella
Lei, pura come il Koh-i-Nur
alzò lo sguardo al cielo
mostrando in modo perfetto
la misera gola
Alzò l'arma
sopra la sua bianca aura
e si squarciò il petto
Disse : prendete
e mangiatene tutti.
Questo è il mio corpo
offerto in sacrificio per voi.
Crollò a terra
e in un ultimo sussulto
sospirò: vi ho dato il mio cuore
ed ora, non ne ho più per me.

 

 

 

 

Ci sono giorni

 

Ci sono giorni in cui il tuo odore
mi scivola addosso come una carezza.
Ci sono giorni in cui vorrei riuscire
a trattenerti dentro di me.
Ci sono giorni in cui mi illudo
di non averti mai incontrata.
Ci sono giorni in cui ti canto
il mio tormento e tu mi consoli.
Ci sono giorni in cui ti accosti a me
con una delicatezza che blocca il fiato.
Ci sono giorni in cui nel mio cuore
stringo tutta l' umanità che desidero.
Con le mie lacrime potrei pulire
l'intero dolore del mondo, in certi giorni.

 

 

 

 

Con i tuoi occhi


Dammi i tuoi occhi
Voglio vedere il creato
Come lo vedi tu

Sfumature nuove

Spatolate come per incanto
Mi parlano di un mondo
che non conosco

Suoni e stoffe

Gelide carezze di bisturi
Per una vita dimenticata
Come pietra

Sul gretto di un fiume

 

 

 

Coriandoli rosa


Cuore sbriciolato
in mille e mille coriandoli rosa
che cullati da un vento bizzarro
vogliono andare lontano da me
Io gliel'ho detto
non è tempo di fuggire
Ma loro, piccoli illusi,
credono di poter volare
solo perché sono così leggeri

 

 


E' deserto il cielo

 

La mia croce l'ho trovata nella folla della terra
Nella follia di chi ama una sola volta
Il mio Re non lo conosco,
- a Principi e rospi mi son data con carità -
la perfezione deve trovare la strada
di casa mia, ma non credo basterà questa vita.

Nello scrigno in cui conservo i gioielli più cari,
ho riposto un inchino. Una gioia rara.

E stanotte neanche una stella.
E' deserto il cielo.

 

 

 

Fly kind of Butterfly


Cio-Cio-San fu solenne e composta
impiegò tutto il giorno a prepararsi per la purificazione
risolse per la catarsi più nobile e antica
impiegò ore per indossare ogni strato del kimono
finché pronta si inginocchiò
innalzando sopra di lei la katana

un insistente battere d' ali
attenuò l'elevata spiritualità e
ruppe l'incantesimo della cerimonia
preparata con tanta cura
come farfalla che colpisce gli occhi
e lo stomaco e il cuore
altro battere, stravolta più chiaro e reale
come di battaglio sull' uscio
si alzò e andò ad aprire senza chiedere
entrò una vaporosa Kate
e Cio-Cio-San si liquefò in colla e bava

rimase a terra una cinerea pozzanghera
sulla quale Suzuki versò segatura
affinché né la vista, né l' olfatto
di Mrs. Kate avessero a soffrirne
mentre ondeggiando dipinta d' allegria
andò in camera a prepararsi
per il ritorno al focolare dell' amato

impiegò ore per indossare ogni strato del kimono
finché pronta restò in attesa
di essere nuovamente scartata
dal luogotenente Pinkerton


Fiumi di lava

 

Il viso truccato con solchi purpurei
non erano frutto di nuova cosmesi
ma cremanti sfregi da fiume di lava
di lacrimesangue in zampilli discesi

vorrei levarti dal cuore mio pregno
tornar come prima con muscolo secco
più classe più spocchia più facile sdegno
venir le mie notti nel fluido scialbore

 


Foglie e figli e figlie

 

Foglie che cadono - su questa estate incerta
piena di pioggia e provvisorietà
niente di certo - tanto meno il tempo
che uno pensa di avere e non avrà

Grida feroci - di bimbi derubati
e ciechi svogliati che non vogliono sapere
cambi marciapiede e conservi in te la pace
ché nei giorni bui - t'illude di serenità

La che potresti dare - se solo tu guardassi
darebbe un forte senso - allo scorrere di te
e le foglie cadute - anzitempo sulla terra
non sono solo morte - sono cibo e novità

E foglie e terra e cielo
e pioggia e nuove foglie
e foglie e figli e figlie
e belle novità

 

 

 

Grande come un pugno


Il cuore non è
grande come un pugno
È un labirinto di vicoli infiniti
dove camminano tutti
i cuori del mio mondo
E' terra fertile nutrita
con l'amore che so
Pensieri segreti
intime parole
gesti e segni rivelati
E' il mio sguardo
da sotto in su

 

 

 

Ho sognato di essere divorata


Ho sognato di essere divorata
non baciata soltanto
ma succhiata
nell'essenza più profonda
Ho sperato di essere
così tanto de-si-de-ra-ta
che qualcuno si struggesse
nella fame di vedere
cosa c'è
dentro
fisico materia viscere linfa
sangue e poi
che mi toccasse come artista
che deve scolpire ciò che tocca
Millimetro per millimetro
ogni singola parte
trovata - bramata - amata

Ho bisogno di un folle
che senta le cose
che sento
io

 

 

Il batacchio


Sono viva.
Siamo ancora vivi.
Nessuno ci ha portati via, stanotte.
Non ce l'hanno fatta.
Mi sono svegliata di soprassalto:
qualcuno batteva alla porta di casa.
TUM TUM TUM - botte cadenzate
TUM TUM TUM - stesso ritmo,
continuo, quasi elegante
nell'agghiacciante perfezione del tempo.
Ero paralizzata nel letto,
i pensieri volavano veloci,
i bambini nell'altra stanza
mi sembravano lontanissimi ...
Avevo freddo, sudavo.
Mi hanno afferrato una caviglia
mi strappavano dal mio giaciglio.
Ho cominciato a divincolarmi,
muta ... muta.
Plotoni di tarli sciamavano
fuori dal vecchio parquet,
investendomi, come coriandoli
di un triste carnevale.
Quando sono riuscita
a togliere il lenzuolo dal piede,
sentii i colpi più forte
TUM TUM TUM.
Mi alzai - TUM TUM TUM.
Ma era solo il mio cuore,
era il mio cuore solo,
che batteva, batteva, troppo forte.

 

Il bivio


Sto cercando l'azzurro
oltre le nubi gualcite.
Ho camminato
nel freddo del mattino,
i primi freddi finita l'estate,
anche quella di San Martino,
ma senza una meta
è un vagare muto, spento.
Vedo una sola direzione
davanti a me.
Non è quella che vorrei
prendere, so dove porta.
Mi guardo intorno alla ricerca
di un bivio. Ero sicura ci fosse.
Devono averlo tolto stanotte

 

 


Il gambero

 

Una bolla d'aria nell'attesa del vuoto
Un cellophane in testa bel stretto sotto la gola
L'agognato senso di liberazione dov'è?
Non c'è la visione di un corridoio di pace
Niente a che vedere con un lampo di luce.

Batte sulle tempie il rosso peperone
Canta stanco il carillon nello stomaco il motivo
Braccia gambe e dita sono enormi formicai
Nauseabondo e pessimo il sentore di sconfitta
Sono come un gambero nelle opportunità

Niente a che vedere con un lampo di luce
Non c'è la visione di un corridoio di pace
L'agognato senso di liberazione non c'è
Un cellophane in testa ben stretto sotto la gola
Una bolla d'aria nell'attesa del vuoto

 

 


Il poeta

 

nottambulo
scrive
e lo corteggiano
tutti
intellettuale
si crogiola
su di un piedistallo
risponde
tutto compreso
nel suo
ruolo
ma non
a me

mi ama

 

 

Il viaggio


L'ho lasciata lì,
abbandonata ai vermi che le uscivano dalla testa,
come vomito del cervello.
Lei e i suoi pensieri malati.
Lei e le sue ossessioni.
Lei ... la mia ossessione.
Sdraiata su listelli di rovere disposti a lisca di pesce,
la pancia a terra,
gli occhi - vuoti - persi in un cielo mancante,
a vedere nebbia,
a cacciare fumo.
A ripetere insistente le solite cose
- profonde, troppo profonde -
continuo a dirglielo:
smettila, sei come un grido di delfino nella miseria,
e nessuno avrà la forza di sentire.
La voglia. Si rotola per la stanza,
in preda a convulsioni immaginarie,
ma reali - oh si, reali! -.
Passerà, vado a bere un bicchier d'acqua,
conto da 18 a 27 e viceversa, aggiungo 30.
Posso tornare: è seduta a gambe incrociate
sul letto, si sta spazzolando i capelli,
mi sorride. Bentornata - le dico.
E mi preparo per il prossimo viaggio.

 

 

 


In mezzo ai coralli


In mezzo ai coralli
mi sollazzo in sirenetta
mentre tu, tritone
perpetui nel volarmi dietro
mentitore nel fallire la presa

Sopportiamo il sorriso noi
palombari dal cuore in miseria
agglomerato armonico
tra un ammasso putrescente
di meduse nell'utero del mare

Rideremo domani
con l'acqua alla gola
quando mi impiglierò
ancora, e anche ora e ancora
ti toccherà venire a liberarmi

 

 

 

La viandante cherubica


La viandante cherubica si diede fuoco
Per sentire quel calore che da tempo le mancava,
il cuore le si fece brandelli
e le braci che cadevano sul selciato
rivelarono la strada di casa
Il debole lume palesò gli amanti
che in una lucida metamorfosi si fecero valve
trattenendo la sporcizia
con cui forgiarono la loro perla
esattamente irregolare, liscia e sbilenca
Ne subì la perfezione e stette sul molo
in balia di onde che si ergevano come colli di giraffa
e vide lontano e ripartì
con la volontà di perdere per sempre
questa volta - la strada di casa

 

 


La zona giorno


C'è una parete
che divide la zona giorno dalla zona notte
Ed è quella
che si sgretola dietro di me
L'intonaco a pezzi
sboccia
e petali cadono a terra
Alle mie spalle il gelo
e l'odore di un passato andato a male
Sarebbe inutile
dare un'altra mano di bianco

 

 

 

 

L'aperitivo


Lei nell'età dell' onnipotenza,
dei nessuno mi capisce,
fiore in bocciolo odoroso di speranza,
con poco passato e il futuro a due passi.

Accartocciato lui nei suoi 85 anni,
con il solo passato davanti a sé.
E la saggezza di chi non si preoccupa più
dell' etichetta delle cose terrene.

Lo portò a bere un crodino al bar, la nipote,
e il nonno appoggiato al bancone
non seppe resistere alle arachidi.
Si servì col cucchiaino, dalla coppetta in bocca.

Lei guardò il vecchio con tenerezza da madre.
Un' occhiata lanciata alla barista bastò:
non disturberà per molto.

Uscirono.

La ragazza del bar, con gli occhi bassi
come due nuvole nere,
lavò con cura coppetta e cucchiaino.

 

 


L'ultima lacrima


L'ultima lacrima
andò sprecata
lungo il collo
della bottiglia

 

 

L' uditore

 

Hai presente come a volte il cielo
stia lì appeso malamente ?
Guarda oggi, sembra schizzato
da un pittore distratto.
L' orizzonte è netto, blu scuro, pulito.
Verso sud rotolano nubi arricciate,
come bizzarre meringhe.
Sopra di loro e sopra a tutto
altre nuvole pennellate di fretta,
senza né grazia né senso.
A nord protagonista il nero,
in cielo come in terra, avanza
facendo la sua lugubre e
fredda sfilata: si sta divorando tutto.
Hai presente quanto piace scherzare al mare ?
Un giorno azzurro, quello dopo verde,
poi oro, blu scuro, a volte rosso,
altre ancora di più colori, a strisce, zebrato.
L'hai mai guardato bene il mare?
Cambia veste così spesso
che è difficile trovare gli aggettivi giusti
per descriverlo. Allora puoi chiudere gli occhi
e sentire le sensazioni che ti concede.
Hai presente quel senso di vuoto,
di inadeguatezza, di difetto che ogni tanto
sfarfalleggia nello stomaco ?
Quando riempi l'agenda, ti poni obiettivi,
traguardi da raggiungere, scopi da perseguire.
E poi cancelli, evidenzi, consegui, ottieni.
Hai presente quel senso di pieno ?
Di troppo. Troppi impegni, troppe responsabilità,
troppi pensieri che non vanno bene,
che non dovrebbero esserci,
ma c'è quel cielo, c'è quel mare
e gli schizzi gelati come aguzze punte di cristallo
che ti schiaffeggiano mentre stai lì,
ferma, impalata sui bianchi sassi della battigia.

Hai presente quando cerchi di dare
un significato a tutto ?
Rendi conto molto più con l'animo
che con la testa. E alla fine
ti ritrovi con una serie di risposte
aggiustate alla bell'e meglio,
nulla è più vero, e sembra che anche il cuore
sbagli il motivo per battere.
Hai presente uno sguardo vivo
di promesse e di futuro ?
Senza età: vent'anni per come si muove,
sessanta per quello che sa, qualunque
per quel mazzo di rughe
che segnano in modo diseguale il creato.
Hai presente il dondolio di un corpo per se stesso ?
Il dondolio di un regalo per due.
Quello che cresce e si trasforma in mareggiata
mentre racchiude in una notte il significato
della vita stessa.
Hai presente quando ti svegli ogni giorno
con il sorriso sulle labbra ? Quando la realtà
supera il sogno, quando i desideri
si evolvono in speranze nuove.
La vita vale una stagione
in cui hai saputo raccogliere i frutti migliori.

 

 


Nena


Sei nata in autunno
e hai i colori più belli
come un tappeto d'erba zuppo d'acqua
come i frutti di questa stagione
come le albe tardive e i tramonti rossi rossi
profumi di muschio, castagne e funghi
e mi sei cara così tanto
che fa male saperti lontana

 

 

 

Nero di pece


Nero di pece collosa cala
come sipario sul teatro dei ricordi,
al fine di strapparmi da un plagio
per poveri squattrinati del calore.
E come è noto aprendo i bauli
del nostro logoro corredo,
altro non troveremo
che coperte di neve
e guanciali di ghiaccio.

 

 

 

Non mendico te


Io non ti canto ogni mio sconforto,
neanche ti cerco, né mendico te.
Io non confesso che questo mio amore,
tolto mi ha il sonno e la pace dabbasso.
Questo mio scotto lo pago ben fiera,
non patirei muoverti a compassione.
Gli occhi tuoi lucidi pregni di vita,
mentre mi guardi con piena pietà;
oddio, che orrore, meglio ingurgitar fiele
che non avere un' opportunità.
Tu perché scalpiti se rogo mi appari?
E che ci scapiti se sei fuoco e fiamma ?
Anzi, dimentica se mai mi hai pensata,
ch'io piena mi sento sospirando quel po'.

 

 

Non sopporto le poesie d'amore


Non sopporto le poesie d'amore

I calici incrociati
Gli incrociati sguardi
Le languide occhiate
Gli occhi di riguardo
I porti accoglienti
Una dischiusa porta
La complice luna
L'una fatta di sospiri
Anche i miei
Che soffro così tanto

Non sopporto le poesie d'amore

 

 

Nuota nel mio cuore

 

Ti sento dentro e mi piace
lasciarti naufragare nei miei abissi,
in una tiepida acqua che protegge e ristora.
Vieni
e nuota nel mio cuore quando vuoi.
La vita è un premio, un premio grande
grande e non esiste una ricetta giusta.
Per noi che sappiamo cos'è,
che sia per un giorno o per l'eternità,
l'amore è tutto il creato.
L'amore
è anche quella piccola cosa
che sento per te

 

 

 

Oceano lacrima


Ho pianto una sola lacrima

Ma così grande
che ci siamo annegati dentro
il mio bambino ed io

Lui ce l'ha fatta
- anima innocente -
è stato giudicato con verdetto divino

Io no
lo sarò
dalla giustizia terrena

Mentre le stille
sono la sola compagnia
che mi avvolge nel suo ricordo

 

 

 

Odore di vita


Impressa è la strada e l'odore di vita
che scivola svelta in germogli curiosi
grandi occhi bianchi nei volti cacao
tra rivoli caldi d'acqua limacciosa

Respiro i respiri di mille creature
che mi hanno riempito i polmoni d'amore
rivedo il cammino di rosso mattone
lo stesso che ieri mi ha portato a te

 

 

 

Palingenesi

 

Soleggiato il ponte limpido
elegante si distingue
In quel bianco sopra l'acqua
come mano che mi stringe
Cristallina l'intenzione
più serena col mio si
Che il dovere in certi casi
è ingiunzione ben antica
Cercami come una volta
non farmi sentir costume
cercami come una svolta
come fossi novità

 

 

 

Parole d'amore

 

Scisse
le mie parole d'amore
sono così inconsistenti

 

 

Per me


Poesia per me
Con il mio soffice ventre
Che accoglie e rassicura e crea meraviglie
Con difetti appuntiti e spigoli perfetti
Capace di amare - Anche nel lutto
Capace di accettare o eliminare
Capace di assecondare la natura

Poesia per me
Con la mia gobba sul naso e la voce roca
Che parla del passato e sussurra nel presente
Con la coscienza di chi vive senza fretta
Carezzando i giorni e temendo il futuro
Che meglio vivo ieri e non progetto

Poesia per me
Che percorro notti quiete, Come quella
Che rosea e profumata sta giungendo
Complice del mio riposo,
Compagna di calme riflessioni

Poesia per me
Così specchiata nei miei prolungamenti,
Candidi come i sogni che non faccio più,
Con la triste coscienza di non avere radici

Poesia per me
Che mi sento tanto colorata in questo mondo
Circondata da cicogne e cigni, bianchi e neri

Poesia per me
Cortesia che mi merito e mi faccio

 


Piccolo gioiello mai sfiorato

 


Piccolo gioiello mai sfiorato dalle mie dita
Forte e puro mi sorridi in dolci visioni
Perché non hai visto il delirio del mondo
E neanche il dolore sul viso di tua madre

Se la vita è di qua e nell'aldilà
Non dovrebbe chiamarsi perdita
Non dovrebbe fare tanto male

Piccolo gioiello mai sfiorato dalle mie labbra
Crescerai con me nei miei pensieri
O mi farai invecchiare con troppa fretta
Nelle rughe che percorrono il mio cuore

Se la vita fosse solo questa qua
Come strada come solco polveroso
E' un bel viaggio ma di sola andata

Piccolo gioiello mai sfiorato dalle mie mani
neanche nei sogni ti ho mai accarezzato
Sei tu che appollaiato sulla mia spalla
accompagni con leggerezza questo mio tempo

Se la vita fosse buio e notte
Potrei decidere quando rischiararla
Avrei momenti di pace nei ricordi

Piccolo gioiello mai sfiorato dalle mie guance
Non conosco il tuo odore e non saprò mai
Distinguerti tra la folla delle anime
Erranti senza meta nel dolce limbo


Qual3 mondo

 

Un velo a cascata sul letto
Fuori
Silente battere d'ali
Unico gracile moto
In questo paese in rovina
Ci stanno cercando
Ci stanno cercando ancora
E ancora, ancora chissà
Per quanto tempo
Immobili nella nostra trasparenza
Abbiamo imparato a non tradire
i nascondigli
Affinché si possa uscire al mondo
a bufera finita
Camminiamo sui ruderi
della nostra intima miseria
derubati giovani
e da giovani già vecchi
Non sappiamo cosa farcene dei sogni
perché non abbiamo cassetti
in cui custodirli
non ci facciamo illusioni
perché le cicatrici della nostra anima
non le sopportano più
la ratio non osa tanto
e la vera povertà è non saper
cullare nemmeno un desiderio

 

 

 

Rara vampa

 

Rara vampa
diradata fiamma
è il tempo che decide
un po' il cuore
la vita che già c'è
verbo robusto
Quella che illude
fatta per la notte
sconfinata nei sogni
dedalo intricato
dove tutto si può
erigere e spianare
nel giro di un sospiro

 

 

 

Ritrovarsi

 

Ci trovammo a parlare di noi
Come piume ancora una volta
Sulla mota del largo fiume
Che giovinezza ci aveva tolta -

Ci guardammo in profondi fari
Che lucevano a intermittenza
Per pesare tutta una vita
Trama pace ordito pazienza-

Ci giocammo lunghi silenzi
Come un poker sul panno verde
Dove vince chi bluffa meglio
Dove chi si confessa perde-

Ci ascoltammo come tra monti
Con le voci in tremuli eco
Conoscemmo i nostri contorni
Come un miracolato cieco -

Ci perdemmo volutamente
Questa volta senza rimpianto
Non trovammo più chi eravamo
Chi ora siamo non è compianto

 

 

 

 

Nella nebbia


Si affacciava nella nebbia un'alba grigia
Seduto lui - su una panchina
Lo guardai e andai per la mia strada
Eppure mi ferì quel capo chino

Di lacrime e rugiada fu l'aurora
Tornai indietro, a lungo lo fissai
Volevo far quell'unica domanda
Lontano lui e non mi vide mai

Lo sguardo spento come roccia
Da ore - sulla sua panchina
Le nuvole che vomitano pioggia
Unico dono che mi porto via

Lutto nel cuore, sorriso le mie vesti
Sgargianti come il trucco un po' chiassoso
Sono tornata per far pace col ricordo
Di quell'uomo che mi diede la vita

Che camminando sull'orlo di un abisso
Un giorno - se ne dimenticò

 

 

 

Semi di fagiolo

 

Stillò gocce nei suoi occhi
che la resero cieca ...

Buttavamo nella terra semi di fagiolo,
per coltivare nell' erede la speranza
che scalando la pianta
avrebbe trovato un mondo migliore,
o magico, o pauroso,
in una consumabile illusione infantile.

Si buttò dalle scale
in preda a convulsioni ...

Piantavamo lattuga e pomodori,
come sempre nella bella stagione,
affinché la vita continuasse
e ci si potesse gabbare
nell'idea che nulla era cambiato.

Si tagliò fronte, viso e braccia,
e si marchiò al fuoco del suo male ...

noi guardavamo dalla finestra,
dentro la casa chiusa a doppia mandata,
tenuti lontani da inferriate con l'anima,
senza esserci mai preoccupati
di farci dare la copia delle chiavi.

Ingurgitò pillole e gocce
Serenase Zoloft Rivotril ...

Ci trovammo a nuotare contro onde,
che da lontano parevano schiuma di panna
e tuffandoci per assaporarne una lacrima,
ci scagliarono con violenza contro gli scogli,
sconfitti dalla potenza del suo tormento
e dal suo desiderio di voler sublimare
il marcio che traboccava dalla sua mente.

Ricominciò da capo in un piroettare punitivo:
violenza subita, violenza meritata e dai e dai ...

godendo nell' alimentare il suo dolore,
finché i ricordi
diventarono solo palude e sabbie mobili,
in cui era dolce farsi stritolare,
pur di sentire un abbraccio.

Fu chiaro che la strada era lunga,
quando infine lei disse :
La prossima volta proverò con l' elio,
mi farò palloncino colorato
e volerò in alto in alto
per sentire il profumo del sole.

 

 


Senza rotta

 

Piove - piove - piove
Gocce sbattono sui vetri
Schizzando lontane dividonsi in cento,
in mille tormenti senza rotta

Gocce - gocce - gocce
Il mare dei miei umori
e i miei umori si fanno fiume in tumulto
In mille sogni senza rotta

Mare - mare - mare
Dalle onde gualcite
Che applaudono il cielo e poi cadono giù
In mille schizzi senza rotta

Onde -onde - onde
Le morbide curve
del mio niveo corpo spruzzato di specchi
in mille riflessi senza rotta

 

 

 

Solo un altro giorno

 

Mi ha donato una sciarpa di seta
con ricami preziosi che non sanno sfiorire
Mi ha donato un sorriso e una carezza
e a quel leggero tocco mi sentii morire

Così lo cinsi in un abbraccio tondo tondo
gli strappai dalla fronte la corona di spine
forte lo strinsi sul mio cuore mondo
e una clessidra scrisse non è la fine.

 

 

 

Stelle cadenti guerce


Leggero come un aquila
Corre il mezzo meccanico
In curva pari a un missile
Vola a baciar due querce

Nella dannata notte
Si spegne un dolce astro
Mentre nel cielo sfilano
Stelle cadenti guerce

Segue straziato il grido
Scorge l'ultimo anelito
Lei che si urla assassina
Dell'amica più cara

Oh lei ! Oh lei, che grida !
Giovane pianta in fiore
Nata con buon concime
Godrà una vita avara

Mentre lancette spente
Scorron pesanti e lente
Nessun sollievo giunge
A scrostare quel tarlo

Incubi nella mente
Grigie visioni sempre
Che a un respiro levato
Non potrai rimediare

 

 


Tracce


Volevo trovare impronte del sale
delle tue lacrime, del primo vagito.
Ed ho cercato in alto al duomo;
in basso, nelle ferme cisterne.
Ma non ho tracce, né fiuto.

Ho camminato sui tuoi sassi.
Ho calpestato le onde del tuo mare.
Nella memoria ne conservo i colori:
l'oro della riva - il largo verde in mezzo
e lontano un blu profondo.

Ho respirato l'aria che respiri.
Ho cercato il tuo odore tra pioppi
e pini marini. Ho bevuto l'acqua
e ho mangiato i frutti
dell'ondeggiante terra tua.

Nulla mi appartiene più di prima,
nulla mi avvicina di più a te,
dell'illusione del mio canto,
a colui che ha anima delicata
e nessun viso nella mia memoria.

 

 

 

Tua per sempre

 

bianco il velo
ampia la gonna

in un prezioso bustino ricamato
i battiti del cuore

finto il diadema sul capo
come l' amore

richiesto per l' occasione

 

 

 

Umide carezze


Non permetterò
che le lacrime
siano le uniche carezze
che sfiorano il mio viso

 

 

Un amore perfetto


Inventarsi un amore perfetto
fertile e fecondo
da proteggere- che protegga
forte quando ti prende
dolce quando ti dà
costante profondo vivo
nella più arida landa
nel campo più brullo
fiore tra pietre
goccia di rugiada oltre la sabbia

 

 

 

 

Una scia di luce


Dove sei, miniera d'amore ?
Sai quanto ti sento,
l'acquario è vuoto, così.
Dove stai nuotando,
dove vuoi morire, ora?
Torna, passa,
lascia almeno un segno,
anche piccolo, per me.
Per le mie notti,
vieni a trovarmi nel sonno,
fatti sognare : libero, felice.
Una scia di luce.

 

 


Verso l'orizzonte

 

Due anime non s'incontrano per caso
dondolando uniche sul mare del nord
brillando al sole della notte
ridendo al tintinnio dei calici
giocando con le coppe (mezze piene)
Abbiamo mutato i due di picche in jolly
saremo capaci di costruire una fortezza
che non si sgretoli per un'infiltrazione
d'acqua, per un mattone posto male
Guarda verso l'orizzonte, la linea bianca
mai uguale, dove tutto comincia e
ricomincia ogni giorno e ancora
guardami come tuo orizzonte